Soul to soul. Storie di musica vera by Alberto Castelli

Soul to soul. Storie di musica vera by Alberto Castelli

autore:Alberto Castelli [Castelli, Alberto]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9791280133205
editore: Officina di Hank
pubblicato: 2020-09-15T22:00:00+00:00


7 “Dimenticate i vostri problemi e ballate”.

7. Nato sotto il segno dei Pesci: Quincy Jones

“La black music è sempre arrivata dall’anima. Sempre. Non è solo una musica, ma è anche un modo di parlare, di vivere, perfino di camminare. È la nostra musica, la nostra storia, il nostro dolore, la nostra gioia, le nostre lotte, la nostra speranza. Per questo dobbiamo conoscerla e difenderla e rispettarla. È la nostra storia”.

Quincy Jones

“Sei dei Pesci, vero?”

“Si sono dei Pesci”.

“L’ho capito dalla tua domanda. Noi dei Pesci siamo strani. Siamo matti. Abbiamo le visioni. Comunque le tue impressioni su quel brano riflettono esattamente quello che avevo in mente quando l’ho inciso. Hai detto tutto te. Non ho nulla da aggiungere. Complimenti”.

Forse è la storia più bella che mi sai mai capitata. Sicuramente è una di quelle storie che, ancora una volta, se non fossero accadute veramente, bisognerebbe inventarle. Anche perché come scrisse un giorno Ernest Hemingway: “Non lasciare che la verità rovini una bella storia”. Però, questa volta è tutto vero.

Sono passati tanti anni, era il 25 febbraio del 1990, ma quel momento e quelle parole di Quincy Jones riescono ancora a farmi sorridere e a rendermi moderatamente orgoglioso di aver lavorato con e per la musica per tanti anni.

L’intellettuale più completo, sensibile e visionario della musica nera contemporanea, l’artefice, come produttore, musicista, arrangiatore e compositore di dischi che hanno venduto decine e decine di milioni di copie in tutto il mondo, era a Roma per presentare a un gruppo di giornalisti (segue buffet, come si dice in questi casi) Back On The Block, uno dei suoi progetti più ambiziosi e importanti e anche quello che diventerà l’ultimo vero album della sua lunghissima carriera. È stato in quel pomeriggio che ho avuto la certezza che una voce, una parola, un suono siano più che sufficienti a Quincy Jones per immaginare un tema, una canzone, un album. Un’intuizione che poi, grazie a una straordinaria cultura musicale, il “produttore dei tuoi sogni” trasformerà in un’avventura creativa che può richiedere mesi e mesi di lavoro, giorni e giorni passati in studio per affinare, arricchire, dilatare quella prima fulminea e preziosa intuizione. Era stupefacente come Jones, che allora aveva già alle spalle una carriera nel mondo della musica e dello spettacolo lunga quarant’anni, ricca di premi, successi e riconoscimenti, fosse ancora così entusiasta e sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo.

Quando parlava, modulando la voce come solo i grandi musicisti jazz sono in grado di fare, trasmetteva il suo entusiasmo e la sua capacità di immaginare nuovi scenari per la sua musica. Perfino gli occhi sembravano seguire il ritmo delle parole. E l’espressione di Quincy Jones in quei momenti era un misto di stupore, meraviglia e incredulità. Come quando, appena diciassettenne, entrò per la prima volta al Birdland di New York.

Molti anni dopo Jones vedrà la stessa espressione, lo stesso bagliore, negli occhi di uno dei suoi figli, Quincy D.III.

“Nel 1986 feci una festa per mio figlio e invitai alcuni dei più importanti artisti rap di quel periodo, perché il rap è la sua passione.



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